Il Green Deal Europeo, lanciato nel dicembre 2019, ha delineato un’ambiziosa tabella di marcia per rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Gli obiettivi principali includono la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e la transizione verso un’economia più sostenibile e circolare. Ma a quasi cinque anni dall’inizio, quali progressi sono stati fatti e dove si colloca l’Italia nel raggiungimento di questi obiettivi?
OBIETTIVI DEL GREEN DEAL E LA SITUAZIONE ATTUALE
Gli obiettivi del Green Deal includono sei aree chiave:
- Neutralità climatica entro il 2050: Ridurre a zero le emissioni nette di gas serra.
- Riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030: Tappa fondamentale per la decarbonizzazione.
- Economia circolare: Riduzione dello spreco e riciclo dei materiali.
- Biodiversità: Protezione e ripristino degli ecosistemi naturali.
- Zero inquinamento: Migliorare la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo.
- Mobilità sostenibile: Incentivare trasporti a basso impatto ambientale.
Uno degli obiettivi centrali del Green Deal è anche contribuire a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 1,5°C, limite fissato dall’Accordo di Parigi per evitare conseguenze climatiche catastrofiche. Questo richiede un’accelerazione significativa nella riduzione delle emissioni globali entro il 2030.
Ad oggi, l’Unione Europea ha ridotto le proprie emissioni del 34% rispetto ai livelli del 1990, segnando un progresso significativo ma insufficiente per rispettare gli obiettivi del 2030. Alcuni settori, come l’industria e l’energia, hanno visto grandi trasformazioni, mentre settori come i trasporti e l’agricoltura rimangono tra i più difficili da decarbonizzare.
LA SITUAZIONE DEI PAESI EUROPEI
Alcuni paesi dell’UE si sono distinti per il loro impegno e progressi nella transizione verde:
- Danimarca è leader globale nelle energie rinnovabili e punta a diventare completamente indipendente dai combustibili fossili entro il 2050.
- Svezia ha compiuto significativi progressi nella riduzione delle emissioni e punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2045, grazie a un mix di energie rinnovabili e innovazioni industriali.
- Germania ha investito massicciamente nell’Energiewende, la transizione energetica, ma sta lottando per gestire l’abbandono simultaneo del carbone e dell’energia nucleare, mantenendo al contempo una produzione energetica stabile.
Non tutte le nazioni europee stanno avanzando allo stesso ritmo. Polonia e Ungheria, ad esempio, sono tra i paesi più indietro, a causa della loro forte dipendenza dal carbone e da industrie pesanti. Entrambi i paesi hanno chiesto all’UE più tempo e fondi per realizzare la transizione, poiché abbandonare le fonti fossili in tempi brevi avrebbe pesanti ripercussioni economiche e sociali.
L’ITALIA E IL GREEN DEAL
L’Italia si colloca in una posizione intermedia nel panorama europeo. Sebbene il paese abbia fatto progressi, in particolare nel settore delle rinnovabili, ci sono ancora diversi ostacoli da superare per rispettare gli obiettivi del Green Deal.
L’Italia ha un enorme potenziale per la produzione di energia solare ed eolica, specialmente nel sud del paese, ma non è ancora riuscita a sfruttarlo pienamente. Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato un aumento della capacità fotovoltaica, arrivando a oltre 22 gigawatt, ma è ancora lontana dal ritmo richiesto per il 2030. Le difficoltà principali riguardano la lentezza delle autorizzazioni per nuovi impianti, la burocrazia e la mancanza di investimenti infrastrutturali. Secondo le stime, il paese dovrebbe almeno triplicare la capacità installata per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
Un segnale positivo è venuto recentemente dalle politiche di semplificazione amministrativa approvate nel 2023, che dovrebbero accelerare le autorizzazioni per i nuovi impianti rinnovabili. In questo contesto, è fondamentale che le regioni collaborino attivamente con il governo per eliminare i colli di bottiglia burocratici.
IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR)
Il PNRR rappresenta una leva fondamentale per la transizione ecologica dell’Italia. Dei 235 miliardi di euro previsti, circa 68,6 miliardi sono destinati a progetti legati alla sostenibilità. Questo include l’efficientamento energetico degli edifici, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la protezione della biodiversità e il rafforzamento della mobilità sostenibile.
Nel 2023, l’Italia ha avviato diverse iniziative grazie ai fondi del PNRR, tra cui progetti per l’ammodernamento delle infrastrutture di rete e l’espansione delle stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Tuttavia, il rischio è che la complessità burocratica possa rallentare l’efficacia degli interventi.
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L’Italia ha compiuto progressi, ma deve accelerare se vuole raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Le politiche di semplificazione e i fondi del PNRR rappresentano un’opportunità unica per il paese di diventare un attore chiave nella transizione verde, ma resta ancora molto da fare in settori chiave come l’energia, i trasporti e l’industria. Il paese ha il potenziale per emergere come leader, ma solo se riuscirà a superare le sfide amministrative e infrastrutturali che oggi ne rallentano la marcia.
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