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E-STC – ABBIAMO INTERVISTATO I DUE PILOTI DEL TEAM SOLARPLA V-ACTION: SI PARTE CON IL PROFESSIONISTA GIGÌ FERRARA, GIÀ CAMPIONE NAZIONALE MONOPOSTO E GRANTURISMO

11 Set 2021

E-STC SERIES: IL PRIMO CAMPIONATO ELETTRICO AL MONDO CON VETTURE SUPERTURISMO PARTE IN ITALIA, DAL CIRCUITO DI VARANO, L’11 E 12 SETTEMBRE

Dopo l’evento “lancio” dell’E-STC Series, il Primo Campionato Elettrico al mondo con vetture Super-Turismo, lo scorso 20 e 21 luglio, adesso è il momento di riaccendere i motori per dare il via al Campionato vero e proprio. Appuntamento l’11 e il 12 settembre a Varano de’ Melegari. 

Si prosegue con gli appuntamenti di Adria International Raceway, il 16 e 17 ottobre; e ancora di Vallelunga, 30 e 31 ottobre; Misano World Circuit, il 13 e 14 novembre e si chiuse di nuovo a Imola, il 20 e 21 novembre. 

In vista di queste importanti date, abbiamo intervistato i due piloti del “Solarplay V-Action Team”: Luigi Ferrara, conosciuto nel mondo delle corse come Gigi, è lui il nostro pilota professionista, uno dei talenti italiani più genuini del motorsport, con un palmarès di tutto rispetto: campione italiano della Formula Campus, della Formula 3 e della Carrera Cup, il pilota ha disputato anche il Mondiale Turismo e proprio recentemente anche il Campionato Mondiale PURE ETCR. 

Gigi ha già impressionato tutti nel primo evento di campionato, classificandosi in pole position durante le prove di gara. 

Sarà proprio Ferrara a fare da mentore a Matteo Filippi, pilota alle prime armi, un giovane molto promettente di 19 anni che non aveva quasi nessuna esperienza nel mondo delle corse, ma con un sogno importante che abbiamo sposato in toto con Solarplay. La sua intervista sarà pubblicata nei prossimi giorni.

Passiamo subito, quindi, alla presentazione di Gigi Ferrara, classe ’82, di origini pugliesi. Il pilota racconta le sue esperienze nei circuiti di tutta Italia e in giro per il mondo. In questa intervista, ci parla dei suoi sogni e delle sue ambizioni, ma anche delle difficoltà riscontrate in questi anni. 

Gli abbiamo chiesto di parlare dei suoi primi passi nei campionati ragionali di kart, della sua famiglia e dei suoi primi ricordi al volante di auto da corsa. 

Dietro ai piloti, molto spesso, c’è la storia di una famiglia legata o appassionata di automobilismo. Questo è valso anche per te?

Sin da bambino, sono sempre stato affascinato dalle auto da corsa. Avevo la casa sommersa da modellini di auto, erano il mio unico gioco. Guardavo anche le gare in TV, anche se non capivo bene chi vinceva o meno. Mi bastava vedere sfrecciare quelle auto e sentire il rombo, un sound soave per le mie orecchie (siamo negli anni ‘88-’89).

Mio padre, era appassionato anche lui di corse, ma a livello molto amatoriale, e andava a girare con un kart artigianale costruito con le sue mani. Ricordo che il telaio era composto da quei tubolari che usano gli idraulici. Il kart aveva un motore Minarelli 125, raffreddamento ad aria, con una leva del cambio stile F1, sempre anni ‘80. 

Avevo 6 anni e tutte le volte che andavo a vederlo rimanevo ammaliato, affascinato, esterrefatto.

Trascorrevo tutti i miei pomeriggi in azienda da mio padre, seduto nel kart a sognare e a immaginare di guidare. Avevo una fantasia esagerata“.

Hai dei particolari ricordi legati al tuo esordio? 

Mio padre e mio nonno vedevano nei miei occhi la gioia, la caparbietà, e all’età di 10 anni, mio padre mi mise per la prima volta alla guida di un kart a noleggio. Lo ricordo benissimo, dopo il primo giro, non mi bastava più la potenza del kart che avevo a disposizione e nello stesso momento impressionavo mio padre che restava incredulo per quello che stavo combinando.

Il primo turno durò 10 minuti e proprio in quel momento, un pilota bassissimo e timido come me, iniziava il proprio cammino, costellato di vittorie e grandi soddisfazioni, ma fatto anche di enormi difficoltà.

Il primo turno durò 10 minuti e proprio in quel momento, un pilota bassissimo e timido come me, iniziava il proprio cammino, costellato di vittorie e grandi soddisfazioni, ma fatto anche di enormi difficoltà.

Vista la mia voglia esplosiva, mio papà procurò un kart fuori categoria per me. Avrei dovuto iniziare a correre nella categoria 60cc, ma iniziai addirittura con la massima categoria: 125cc a marce. Ricordo che non arrivavo neanche ai pedali dell’acceleratore e del freno e fu installata una prolunga.

(“Roba da pazzi” dice lo stesso Gigi, a voce quasi strozzata, ripercorrendo quei periodi).

Non avevo nemmeno l’età prevista per partecipare al campionato, ma a quei tempi tutto era possibile e, in poche parole, debuttai nel campionato regionale, vincendolo.

Mi chiamavano “l’uomo nano” visto che ero alto forse un metro e credevano avessi 15 anni, ma in realtà ne avevo appena 11.

E i primi campionati, come sono arrivati? 

Visti i sacrifici impressionanti e i costi altissimi, a quel punto subentrò mio nonno, conosciuto e ricordato ancora oggi nel Motorsport internazionale. Per tutti, lui era “nonno Franco”. Nel frattempo, continuava a seguirmi anche mio padre.

In quegli anni, vinsi di tutto nel mondo del kart a livello internazionale: in America, a Las Vegas, e in tutta Europa, anche a Montecarlo.

Dopo i kart, passai alle monoposto e vinsi numerosi campionati già dal debutto: Formula 2000, Formula 3 e Formula 3000.

E poi, nel 2005, purtroppo, finì il mio sogno di entrare in Formula 1. Arrivai a vincere il test, ma serviva la spinta degli sponsor e io non li avevo. Capivo in quel momento che essere forti non bastava, non era tutto.

Sono stato sempre veloce, corretto e strategico, ma al contempo ero introverso e geloso delle mie tecniche, probabilmente perché nella mia vita non mi aveva mai regalato niente nessuno.

Abbandonai così le monoposto e iniziai a partecipare ai campionati di Gran Turismo, dove ho vinto il campionato Porsche Cup Italia e Supercup, il campionato con Mercedes, il campionato con Renault, e Ferrari. Ho corso con Alfa Romeo, perdendo il campionato per soli 2 punti. Ho corso anche nel campionato Nascar.

Praticamente sono 28 anni che corro, è questo l’ossigeno che stabilizza la mia vita, specialmente nei periodi difficili.

Chi è il tuo modello, a chi ti ispiri? 

Vado fiero del mio percorso e devo tutto a mio nonno e a mio padre, alla mia famiglia, per tutti i sacrifici che hanno fatto per tentare di realizzare il mio sogno di correre in Formula 1, e anche se non si è realizzato, abbiamo vissuto e viviamo ancora oggi una vita sana e ricca di emozioni.

A mio nonno, che purtroppo non è più con noi dallo scorso novembre, sono certo che presto potrò dedicare un’altra vittoria, proprio con la mia nuova famiglia Solarplay.

Cosa ti ha spinto e motivato a partecipare al Primo Campionato Elettrico al mondo con vetture Super-Turismo? 

Oggi ho 39 anni e ho ancora tantissima voglia di correre, ma negli anni ho anche conquistato un ruolo molto importante nel mio lavoro. Sono responsabile della mia azienda familiare “Autocenter Ferrara Srl”, un centro multiservizi di assistenza autoveicoli di 8.000 mq, situato a Valenzano, in provincia di Bari. In azienda lavorano mio padre, mio zio, mio fratello e mio cugino, oltre ad altri dipendenti, siamo 15 in totale: in pratica una famiglia.

Tante situazioni mi hanno fatto rivivere il mio difficile cammino e uno dei principali motivi che mi ha spinto a partecipare a questo campionato è dettato dalla voglia di voler aiutare un ragazzo giovanissimo che non ha esperienze, Matteo Filippi. Un ragazzo fantastico e timido come me. Come ho già detto, in passato non ho mai avuto un pilota o un compagno di squadra più esperto che mi desse un aiuto e oggi quel compagno esperto sono io e aiuterò Matteo.

Com’è stato l’approccio con una auto elettrica rispetto alle vetture a cui eri abituato? 

Un approccio davvero speciale, il contatto con un mondo nuovo, quello delle auto elettriche, in questo caso la Tesla. Tanta potenza, ma bisogna essere molto intelligenti nella gestione della batteria per vincere le gare. 

E infine, come vivi l’ambiente Solarplay? 

Il matrimonio con Solarplay V-Action Team ha sorpreso anche me, ma è stato subito amore. Questa fantastica fusione mi porta a vivere un’esperienza unica nel mondo delle vetture elettriche.

Ho avuto anche modo di conoscere il Manager di Solarplay, Manuele Solazzo e questa bellissima realtà aziendale. Proprio Manuele mi ha trasmesso grande entusiasmo e nuovi sogni, cose che forse mi mancavano, come l’essere positivi sempre e credere che se immagini qualcosa, puoi anche realizzarla.

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